Solo se abbiamo la capacità di abitare, possiamo costruire*
Un bene “privato” manca di qualcosa. È limitato. La parola stessa indica che è stato strappato da un contesto più ampio e confinato in una dimensione più piccola. Segna una perdita. Non ha possibilità di crescita se non donandogli una nuova prospettiva.
Yona Friedman e Jean-Baptiste Decavelè con l’installazione No Man’s Land ripensano lo spazio ed il suo utilizzo presentandolo come aperto e condivisibile. La terra di nessuno è anche terra di tutti. Non è più però terreno di scontro per un possesso privato ma terreno di incontro per un utilizzo fruttifero del bene che ricada su un numero sempre maggiore di soggetti.
È questa la nuova prospettiva: il passaggio da un bene limitato ad un beneficio illimitato che si può ottenere solo imparando ad abitare la risorsa. Bisogna cominciare seriamente a fare ecologia artistica e il progetto No man’s land sembra andare proprio in quella direzione.
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NO MAN’S LAND
di Yona Friedman e Jean-Baptiste Decavèle
Inaugurazione: sabato 14 maggio 2016, ore 12.00
Località Contrada Rotacesta – Loreto Aprutino (Pescara)
*Martin Heidegger, Costruire abitare pensare