Fast Forward

Il terreno su cui poggiano le nostre prospettive di vita è notoriamente instabile.

In una realtà così “liquida”, come l’ha definita lo stesso Bauman, sembra aver preso il sopravvento nella nostra società un forte sentimento di illusione ed attesa dovuti alla mancanza di veri e propri punti di riferimento reali in qualsiasi campo o settore. I meccanismi che regolano la società contemporanea, sia che essi siano economici, politici o culturali, son divenuti alla moltitudine talmente complessi e incomprensibili tanto da causare un forte atteggiamento di fatalismo.

Mezzapelle&Deriu, Dirittura d'arrivo, installation view
Mezzapelle&Deriu, Dirittura d’arrivo, installation view

Tutto questo comprime le individualità rendendole quasi incapaci di prendere decisioni importanti, privandole della possibilità di agire a favore di una costruzione futura per finire col costringerle ad un sempre più rintanamento in se stesse e nelle proprie illusioni. La scelta consapevole di fronte ad un qualsiasi bivio, necessaria a governare il corso del proprio destino, è sempre più ardua da afferrare. Vuoi proprio per la dilatazione spazio-temporale percepita, vuoi per una sempre più difficile comprensione del momento storico in cui la quantità di informazioni che giornalmente ci raggiungono, ha una velocità così elevata tanto da essere di difficile decodificazione immediata.

Nella mostra Pachinko Lara Mezzapelle (Rimini,1972. Vive e lavora a Bologna) e Giacomo Deriu (Oristano,1975. Vive e lavora a Bologna ) “giocano” con il trascorrere del tempo cortocircuitando le nostre sensazioni immerse in un luogo composto da fermi immagine alternati a “fast forward” come se i due artisti possedessero tra le mani un registratore tascabile del tempo con telecomando annesso e ne schiacciassero i tasti play, rewind, forward e pause a proprio piacimento.

Mezzapelle&Deriu, Dirittura d'arrivo, installation view
Mezzapelle&Deriu, Dirittura d’arrivo, installation view

Attraverso l’installazione “Dirittura d’Arrivo” ci troviamo di fronte alla drammatica immagine di una esplosione di un aereo in volo. Qui è tutto sospeso, appunto congelato. La minuziosità dei particolari di questa scultura realizzata grazie ad una prototipazione 3D in poliammide sconcerta lo spettatore. Lamiere divelte, passeggeri nel panico, bagagli, valigie e seggiolini sospesi a mezz’aria e bloccati tra la vita e la morte ci introducono in prima persona a vivere una scena che non avremmo mai avuto modo di osservare. L’ambiente asettico, completamente bianco e senza segni distintivi, sembra rimarcare l’attimo di congelamento della vita. Tutto emana una “agghiacciante glacialità”. Ci muoviamo tra le rovine di un singolo episodio (l’esplosione) che causa una pioggia di altrettanti singoli episodi (le vite dei passeggeri) interrogandoci sul un destino in bilico tra due fondamentali elementi della nostra esistenza: il passato ed il futuro.

Mezzapelle&Deriu, Dirittura d'arrivo, installation view
Mezzapelle&Deriu, Dirittura d’arrivo, installation view

Ed in questo presente confluiscono e si fondono le certezze della memoria e l’incertezza del tempo a venire. Esattamente quello che succede nella società liquida analizzata da Bauman. Essere coscienti di come si è arrivati ad un determinato punto e non avere mezzi e strumenti per poter correggere la nostra via.

Anzi, ci troviamo quasi desiderare che non scorra più un tempo così difficile sicuri che in futuro la nostra grave condizione possa solo peggiorare. Oppure in alternativa che passi il prima possibile per essere proiettati in una dimensione che ancora non conosciamo ma che magari ci spaventa meno del terribile attimo che stiamo vivendo.

Figlia diretta, e azzardando madre al tempo stesso, del lavoro sopra enunciato è la videoinstallazione “Pachinko”.

Il Pachinko è un gioco di origini giapponesi in cui alcune sfere d’acciaio vengono inserite nella parte superiore di una scatola al cui interno sono posti degli ostacoli/bivi. Il giocatore potrà osservare le proprie sfere picchiare su questi ostacoli determinanti nel modificarne la traiettoria e nel conferire alla sfera un percorso del tutto imprevedibile sperando che il fato le indirizzi verso l’unica via di uscita a disposizione permettendogli così di vincere la propria partita.

Prendendo spunto proprio dal meccanismo di questo passatempo, Lara e Giacomo creano una installazione video che ripercorre, attraverso filmati di scene di vita reali estratte dal quotidiano, le fasi del ciclo dell’esistenza umana (nascita, infanzia, adolescenza, maturità, vecchiaia e morte) seguendo il percorso imprevedibile di un oggetto sferico. Un viaggio attraverso la vita non definito o predeterminato poiché questo potrà cambiare in base alla direzione che la sfera, sollecitata da agenti esterni che ne modificheranno la traiettoria rendendola del tutto casuale, prenderà all’interno della stessa installazione. Balza subito agli occhi che una sostanziale differenza con il gioco è che in questa installazione vie d’uscita conducenti ad una vittoria non ce ne sono. Tutto porta alla morte, via d’uscita dalla vita per eccellenza, almeno per quanto mi è concesso di sapere escludendo ipotetici percorsi ultraterreni di cui non posso avere conoscenza diretta.

Qui, contrariamente all’installazione precedente, tutto scorre velocemente. Il tempo e’ inafferrabile, liquidoappunto. Assistiamo a quella che possiamo definire una (ri)capitolazione. E’ il flashback che ci si para di fronte agli occhi quando la nostra vita e’ in pericolo e la nostra mente ripercorre nell’attimo di un batter d’occhio tutta la nostra storia. Afferrare la vita è in questo frangente impossibile ma sembra, a detta di chi ha studiato il fenomeno in questione, che questo attimo sia comunque un tempo dilatato. Suggestione ovviamente data dai nostri sensi che in situazioni di pericolo si dilatano e tentano di ripescare probabilmente dalla memoria situazioni similari, chiaramente inesistenti, alla disperata ricerca di una soluzione. In definitiva recuperiamo le nostre esperienze sperando che ci vengano in soccorso.

E a noi, spettatori di quello che è il gioco della vita, non resta altro che osservare una molteplicità di scenari di esistenze differenti (ri)capitolate proprio in prossimità dell’unico punto in cui le coordinate spazio-tempo si dilatano e collassano su se stesse. Momento in cui la razionalità viene negata  e completamente assoggettata all’emozione.

Ossia la dirittura d’arrivo.

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