Quante persone ci sono in questa strada, un centinaio? Quante sono le persone intelligenti, sette, otto? Bene, io lavoro per le altre novantadue.. (Phineas Taylor Barnum)

Un po’ di gusto dell’orrido. Un po’ di elogio della diversità. Un po’ di morale sparsa qua e là. Un po’ di Broadway e di pop insieme. Un po’ biografico e un po’ di (esagerata) fiction. Un po’ (troppi) effetti speciali, che poi sarebbero l’unica cosa di cui si è occupato bene fino ad ora lo sconosciuto regista Michael Gracey. Insomma, un’insalata piena di tanti sapori in cui non se ne distingue bene uno. Ma P.T. Barnum (interpretato da uno Hugh Jackman un po’ filantropo, un po’ meschino, un po’ sognatore, un po’ simpatica canaglia… un po’ troppe cose insieme) avrebbe apprezzato. Soprattutto l’aspetto mistificatorio e pubblicitario del film The Greatest Showman che sicuramente darà i suoi frutti al botteghino.