La vita in rosa di Jamal Penjweny

quando ho pensato ad un colore che rappresentasse la pace e la felicità ne ho potuto vedere solo uno – il rosa (Jamal Penjweny)

Jamal Penjweny, A Peshmerga fighting against Isis. War does not always mean the opposite of peace.’ (November 2015, Makhmoor, near Erbil.) Courtesy Jamal Penjweny
‘Un Peshmerga in lotta contro l’Isis. Guerra non è sempre l’opposto di pace.’ (November 2015, Makhmoor, near Erbil.) Courtesy of Jamal Penjweny
Jamal Penjweny è nato nel 1981 in un villaggio dell’attuale Kurdistan. Da giovane pastore si dedica alla fotografia. Dal 2004 le sue fotografie sul conflitto iracheno vengono pubblicate sui più importanti magazine mondiali. Ha rappresentato l’Iraq alla Biennale di Venezia del 2013 con il suo progetto Saddam Is Here.

Jamal Penjweny, ‘What if, instead of a gun the soldier had a guitar?’. (August 2008, Baghdad Green Zone.) Courtesy of Jamal Penjweny
‘E se invece della pistola il soldato avesse una chitarra?’ (August 2008, Baghdad Green Zone.) Courtesy of Jamal Penjweny
Recentemente ha abbandonato il fotogiornalismo a causa della frustrazione provata nel vedere i media concentrati solo ed esclusivamente sulla guerra in Iraq. Il suo desiderio è quello di mostrare attraverso le sue fotografie non solo la guerra, ma un’altra parte di quel paese: la sua vita e il suo futuro possibile.

Jamal Penjweny, ‘This is a woman who lost all of her family. Now she’s imagining them dancing around her.’ (October 2009, Nasiriyah city.) Courtesy of Jamal Penjweny
‘Questa donna ha perso tutta la sua famiglia. Ora immagina che loro le danzino tutti intorno.’ (October 2009, Nasiriyah city.) Courtesy of Jamal Penjweny
Spiega di sé e del suo lavoro: «La mia arte è intrinsecamente collegata alla mia esperienza di vita sul confine. Vengo da un villaggio curdo giusto a pochi chilometri dalla frontiera Iran-Iraq, un posto che quasi nessuno riconosce essere parte dell’Iraq. Vivendo sul confine, la parola “stato” diventa pressoché insignificante. Identità nazionali e linguaggi si fondono e ci ritroviamo come essere umani che condividono una comune esperienza o storia, a dispetto del nostro sesso, razza o nazionalità.

Jamal Penjweny, ‘This boy lost his sight and one hand when a mine exploded. Here he imagines the world as if he were still able to see.’ (November 2012, Basra.) Courtesy of Jamal Penjweny
‘Questo ragazzo ha perso la vista ed una mano a causa dell’esplosione di una mina. Qui immagina il mondo come se potesse ancora vederlo.’ (November 2012, Basra.) Courtesy of Jamal Penjweny
Nel suo nuovo progetto Pink Dream, l’artista interviene ritoccando le fotografie in bianco e nero con disegni di colore rosa brillante. Così l’immagine originaria, che normalmente narra storie di perdita e di tristezza, diventa veicolo di un messaggio di speranza.

Jamal Penjweny, 'These are the feet of refugee schoolboys and schoolgirls, who would like to walk in a garden full of flowers.’ (October 2011, Kurdistan.) Courtesy of Jamal Penjweny
‘Questi sono i piedi di due scolaretti rifugiati a cui piacerebbe passeggiare in un giardino pieno di fiori.’ (October 2011, Kurdistan.) Courtesy of Jamal Penjweny
Sono rimasto estremamente affascinato da questo progetto per motivi che vi sembreranno molto evidenti: io mi chiamo Rosa e il titolo di questo sito è proprio “è meglio in rosa”. Sono da sempre convinto che questo colore sia portatore di “bellezza” e mi ha fatto piacere conoscere un artista che sembra condividere questo pensiero.

Jamal Penjweny , ‘These marshlands in Iraq were ruined by a drought. All the fish died and the fishermen could no longer work or get something to eat.’ (October 2009, Amarah city.) Courtesy of Jamal Penjweny
Queste paludi in Iraq sono state rovinate da una siccità. Tutti i pesci sono morti e i pescatori non hanno potuto più lavorare o semplicemente prendere qualcosa da mangiare.’ (October 2009, Amarah city.) Courtesy of Jamal Penjweny
Inoltre, contattato via mail per l’utilizzo delle sue immagini in questo post, in poche battute mi ha comunicato una grande affabilità e gioia. Bravo Jamal, c’è sempre più bisogno di artisti come te.

Jamal Penjweny ‘This is the hand of a mother who lost her son. He was about to get married.’ (November 2012, Basra.) Courtesy of Jamal Penjweny
Questa è la mano di una madre che ha perso suo figlio. Stava quasi per sposarsi.’ (November 2012, Basra.) Courtesy of Jamal Penjweny

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