C’è odore di nebbia al mattino.
Nebbia bassa pressata da aria recente.
E’ stata scavata.
Creata dal vuoto.
Da assenza di terra.
Si muove con me.
Nasconde e disvela ad ogni mio passo.
È domo lo spazio.
Domo come domus.
Domo come addomesticato.
Dominato.
Sono a casa; non la mia.
Sono ospite.
Pellegrino in terra straniera.
In uno specchio la mia presenza nell’altrui assenza.
C’è un passato molto forte ed un presente che non ha il tempo di manifestarsi.
E’ già passato.
Perché il presente altro non è che non un gomitolo di corde composto da tante corde passate che si nascondono a vicenda. Un gomitolo che si arrotola veloce e prende consistenza solo dalla consapevolezza dell’esistenza del suo passato.
Aggomitolato anch’esso e sepolto da altro passato più recente.
C’è una stratificazione di corde passate.
Corda.
Cuore passato.
Ricordo.
Riavvolgo il passato al cuore.
E’ memoria sotto memoria e materia sotto materia.
Memoria sotto materia e materia sotto memoria.
Ci sono assenze che ancora recitano la loro litania a bassa voce.
Sedute intorno ad un tavolo a lume di candela.
Sublime.
Sub-limes. Dietro la porta. Sotto l’ingresso. Sotto la soglia. Al limitare.
O sub-limen. Sotto l’architrave. In alto. Lasciato lì. Irraggiungibile.
O sub-levare. Innalzare. Elevare. In opposizione al basso stando nel basso.
Tutto è scavato in basso.
La casa vi è stata scaraventata. E’ crollata sotto il peso di tutte le sue parti. Perché cos’è una casa se non un insieme di tutte le sue parti? Di un’impronta di mano sudicia sul muro. Di tracce di scarpe infangate. Segni di polvere. Intonaco grattato e carta macerata.
E pensieri. Molti pensieri. Visibili e non. Evidenti o percepiti. Palesi o racchiusi in scrigni di cartone.
Storie che invecchiano raccontate da persone che invecchiano.
—
Pablo Rubio
Estados Indefinidos para una existencia
Tenuta dello Scompiglio (LU)